I circuiti emozionali assomigliano un po’ a quei solchi disegnati sulla superficie, tracciati dal movimento di un corpo e dalle emozioni che lo abitano. La fluidità dell’agire, assieme alla grazia e alla leggerezza dell’essere, disegnano i percorsi attesi e quelli inaspettati. Dal punto di osservazione di chi danza non si percepisce né l’entità né la direzione del solco impresso, e anche a guardarlo prendendo una certa distanza di tempo e di spazio e cambiando il punto di osservazione, il significato di quel solco rimane ai più celato.
Immaginiamo di essere quella danzatrice e di muoverci seguendo un ritmo a noi naturale e mentre sentiamo armonia tra il corpo l’intenzione che lo muove, ci accorgiamo di un’emozione. In quei pochi secondi di intensa emozione la percezione si dilata. E’ una porta che si apre e si chiude con il nostro respiro che passa da quella soglia tra il mondo esterno ed il mondo interno. Inspirando si apre ed espirando si chiude, è la nostra porta sulla vita.
La capacità di essere presenti alle proprie emozioni segna una profonda linea di confine tra chi si affaccia alla soglia della propria esistenza con occhi e cuore aperto e chi si lascia trascinare dal flusso degli eventi. Con il susseguirsi di esperienze creiamo una traccia di circuiti emozionali e quindi di modelli di comportamento che per facilità, per disponibilità e per economia, riproponiamo automaticamente.
I circuiti emozionali toccano corde intime e profonde, a volte si connettono con un decisore pre-rettiliano, del tipo: “scappa di là perché ti nuoce” o “avvicinati perché ti fa star bene, ti nutre”. Saperli riconoscere, averne consapevolezza, misurarne l’efficacia in termini di ben-essere, sono competenze emotive fondamentali.
Essi ci permettono di performare senza interferenze, di esprimere il potenziale adatto allo scopo prefisso, di allineare emozione, pensiero e comportamento.
Quando la predisposizione ad agire che alloggia in noi, ovvero l’emozione, fa gioco di squadra con i percorsi di pensiero, l’azione conseguente è sempre un frutto prelibato.