Molteplicità

Da 16 anni gran parte del mio lavoro di facilitazione e consulenza consiste nell’osservare un gruppo di persone, appartenenti ad un’organizzazione, mentre affronta compiti, riflette e apprende in occasione dei nostri percorsi formativi.

Osservare per distinguere ed evidenziare modi diversi che le persone hanno di osservare.

Sembra un paradosso ma le lenti dell’osservazione, affinate dall’esperienza del lavoro con i team, riescono bene ad evidenziare come il modo di osservare sia un tratto distintivo delle persone: ognuno di noi crea e possiede, più o meno consapevolmente, i propri personali filtri nella percezione del mondo e della realtà che osserva.

Osservare, osservare davvero, è per me la capacità di essere presenti a ciò che accade, fuori e dentro di sé, in contatto con il campo dell’attenzione I-in-now. 

pensieri che nascono dall’osservazione sono tanto più significativi quanto più hanno la capacità di riformulare la cornice di osservazione, e di cooperare alla costruzione di un sapere collettivo.

La pratica, il confronto ed il dialogo, hanno affinato le lenti di osservazione, il contesto sempre mutevole riserva nuovi modi di osservare e mondi da esplorare.

Occorre avere la capacità di lasciarsi stupire da come sguardi diversi possano incrociare il nostro e come sguardi diversi e diverse prospettive si incrocino nella loro molteplicità a creare la percezione della realtà che vediamo e la sensazione del nuovo futuro che sta per emergere.

Un’attitudine curiosapresente e generatrice in un team può essere contagiosa, è a mio avviso una condizione necessaria ad alimentare la passione per il proprio lavoro (anche se non sufficiente a garantire l’efficacia di una squadra).