Navigare le emozioni


Accade di essere osservatori di brevi ed intense storie che divertono e fanno riflettere. Ed è allora che si collegano sentieri di pensiero e nascono nuovi percorsi tra spazi conosciuti e nuove prospettive.

E mentre ripenso ai 2 giorni trascorsi in una delle più belle valli delle nostre Alpi a lavorare allo sviluppo di un team, nella mente si aprono visuali nuove, grazie al potere della riflessione. Certo il processo di consapevolezza è stato arricchito dai significati che ogni protagonista del nostro breve viaggio ha contribuito a svelare durante i momenti di dialogo e condivisione.

Guardare le cose dopo un breve tempo di posa, quasi a decantare le acque intorbidite dalle emozioni impetuose che spingono in direzioni differenti e a volte opposte, permette alla ragione di costruire un significato gkmhb9d. E’, come sempre, uno dei tanti significati, forse il più vicino a quella che oggi è la mappa che rappresenta il mio tessuto del mondo.

Come si evolve la capacità di un team di navigare le emozioni? E’ la risultante delle competenze dei singoli o di un processo di interiorizzazione e comprensione collettiva?

Sono stato piacevolmente sorpreso dalla svolta emotiva e di azione e di risultato a cui ho recentemente assistito durante una divertente esercitazione in mezzo alla natura da parte di un giovane team. Il punto di svolta è avvenuto dopo una giornata di conoscenza, tra i frequenti ed improvvisi scrosci d’acqua alternati a brevi sprazzi di sole estivo, perfetta metafora di una fase storming nella contingente storia. La scarsa conoscenza del territorio che avvolge i partecipanti rende la dinamica più complessa ed il task inusuale e un po’ bizzarro di costruire di un’imbarcazione di cartone (su cui navigare in un torrente alpino un tratto con poca corrente), aggiunge complessità alla fase di progettazione.

E’ così che nelle prime fasi della pianificazione dell’attività, il team incontra piccoli problemi ed ostacoli che generano quello stato emotivo di leggera frustrazione. Se pur leggera non è da sottovalutare, è una di quelle sensazioni che possono contagiare e polarizzare il sentimento dell’intera squadra. Per non essere condotti in un circuito poco virtuoso sia dal punto di vista emozionale che di efficacia, il primo passo da compiere è quello di ascoltarericonoscere tale sensazione.

E’ sufficiente allora fermarsi qualche minuto, osservando insieme le cose da un altro punto di vista, per dare nome a quelle emozioni che latenti serpeggiano inascoltate. E’ il primo passo per cambiare direzione agli stati emotivi, attraverso l’osservazione e l’ascolto di essi per riconoscerli.

Superato questo primo ostacolo, ovvero ri-strutturando i condizionamenti di pensiero, si generano mentalmente delle alternative, degli scenari differenti con nuove possibilità di riuscita. E’ un esercizio di ottimismo per lo spirito del team che da questo momento in poi cambia direzione alle proprie emozioni e naviga con determinazione verso la realizzazione del proprio obiettivo.