La settimana scorsa abbiamo realizzato il retreat sulle nostre montagne, siamo molto soddisfatti, i clienti e noi con loro 🙂

La stanza che vedi è stata una cornice perfetta per lasciare cadere ed andare molte delle cose non necessarie, per predisporre gli animi al dialogo generativo che ha avuto luogo nella notte, durante il bivacco in mezzo alla nebbia, attorno al fuoco.

La giornata successiva è stata una potente riemersione, ogni partecipante con il proprio ritmo e passo, che ci ha permesso in chiusura di generare il desiderato di tutti.

Gli obiettivi di questo ritiro aziendale, nutrire lo spirito del team e migliorare ed implementare i processi di comunicazione interna, sono emersi dalle interviste, fatte ad ogni partecipante, durante la fase di raccolta dei bisogni. 

La cornice metodologica della Teoria U è stata il riferimento per ogni singola fase, dalla progettazione al design delle nuove attività, alcune delle quali generate dal campo di attenzione che Otto Scharmer definisce I-in-now, luogo dell’ascolto generativo.

I primi momenti del retreat, dedicati all’osservazione, ci permettono di riconoscere e sospendere, a favore di tutti, i nostri assunti personali, le nostre mappe ed i nostri modelli mentali, come i pattern di comportamento tra le persone del team, che possono essere riconosciuti, scardinati e cambiati

Osservare il proprio pensiero e riconoscerne gli impulsi, osservare la modalità con cui il team impara, osservare la capacità del gruppo di affrontare il fallimento, osservare, osservare ed osservare ancora per lasciare nascere le domande potenti e necessarie al cambiamento.